Una breve testimonianza delle logopediste del servizio Neuropsichiatria Infantile e dell'Adolescenza del territorio provinciale di Terni



 

TERNI - Marzo 2020, anche in Italia è arrivato il COVID-19, portando dolore, paura e cambiando inevitabilmente la nostra vita.

Siamo il gruppo di Logopediste della N.P.I.A. di Terni, Narni-Amelia e Orvieto e vorremmo condividere il percorso che durante il lockdown, abbiamo seguito con i nostri piccoli pazienti.

Dopo un primo momento di smarrimento, abbiamo cominciato a fare le telefonate alle famiglie per sapere come avevano reagito i bambini a questo inaspettato e forzato “rimanete a casa” e pensando ad un lavoro dal proprio domicilio (smart working) ci siamo organizzate con le terapie da remoto (W.A. ZOOM SKYPE), attività completamente nuove e non facili da gestire soprattutto per chi non lavora agevolmente con i mezzi tecnologici.

Per poter effettuare le terapie è stato necessario rivedere i programmi riabilitativi e modificare alcuni   obiettivi, creare nuovi materiali ed attività da poter inviare ai genitori e sperimentare una nuova modalità di fare logopedia. L’aspetto positivo di questa nuova esperienza è stato vedere come i nostri piccoli amici hanno saputo adattarsi: qualcuno ha reagito con entusiasmo, qualcun altro si è mostrato più timido e titubante e chi, sentendosi più sicuro nella propria abitazione e con la mamma al suo fianco, si è mostrato più capriccioso.

Ciò che ha reso possibile la realizzazione della terapia è stato il rapporto costante, attivo e produttivo che si è instaurato tra il terapista e il genitore. Ciascun genitore è diventato di giorno in giorno sempre più partecipe alle attività proposte durante la settimana, accettando di lavorare con il materiale preparato dalla terapista tra una seduta e l’altra, diventando sempre più abile nella gestione delle attività e talvolta anche maggiormente consapevole delle concrete difficoltà del figlio.

Naturalmente, non tutti i bambini sono riusciti ad accettare la terapia “a distanza”, non è facile interagire con una persona che rimane distante, che non può toccarti, guidarti…abbracciarti…ma può solo sorridere. Nei casi in cui non è stato possibile effettuare la videochiamata, sono stati condivisi con la famiglia programmi, materiali ed attività. Tra le modalità della terapia indiretta includiamo anche il sostegno, spesso quotidiano, con chiamate o messaggi, alle famiglie, nella gestione delle difficoltà e dei comportamenti-problema dei loro piccoli, che si sono dovuti adattare improvvisamente, alle modificazioni dell'ambiente circostante.

Le attività della logopedista che di consueto sono incentrate principalmente sul bambino, in questo periodo sono state focalizzate su tutta la sua famiglia; crediamo infatti che aver saputo accogliere anche le paure, le ansie e le domande dei genitori in questa forzata e anomala condizione, abbia rafforzato il rapporto, già precedentemente creato, tra la logopedista e la famiglia.

Un grazie va quindi alle famiglie che hanno accettato di percorrere questa strada, non priva di ostacoli, insieme a noi, mostrandosi disponibili, creative, pazienti e consapevoli di dover fare qualcosa in più e di diverso per i loro piccoli, e che si sono adoperate attivamente per rendere questo periodo più sereno e piacevole.








Ultimo aggiornamento: 26/06/2020