TERNI - (A.T.) Nell’ambito della campagna di comunicazione “Estate sicura” promossa dall’Azienda Usl Umbria 2 con la pubblicazione, nella home page del sito web istituzionale www.uslumbria2.it dei comportamenti da adottare durante la stagione estiva per proteggersi dal caldo, bollettini meteo di criticità regionale, contatti con le strutture ospedaliere e territoriali insieme a focus sulle categorie suscettibili, come gli anziani, i malati cronici, i disabili, le donne in gravidanza e tanti consigli su come conservare gli alimenti, rispettando la catena del freddo, come fare le conserve, come consumare pesce sano e sicuro, come proteggere la nostra pelle dall'esposizione solare, cosa fare prima di partire per l’estero, come tutelare i bambini, gli anziani e anche i nostri amici a quattrozampe, un capitolo di approfondimento è stato riservato alla corretta gestione (e conservazione) dei farmaci e alla fotosensibilità da farmaci in estate.
Una guida pratica, quest’ultima, per evitare reazioni allergiche o cutanee che possono derivare dall’assunzione, in questa stagione, di medicinali.
Di seguito i consigli utili dell’esperto, il dr. Fausto Bartolini, direttore del dipartimento di Assistenza Farmaceutica dell’Azienda Usl Umbria 2.
A cura di Fausto Bartolini
Direttore Dipartimento Assistenza Farmaceutica Azienda Usl Umbria 2
Coordinatore Governance Farmaceutica Regione Umbria
LA FOTOSENSIBILITÀ DA FARMACI IN ESTATE
Le reazioni cutanee sono le principali manifestazioni da esposizione a radiazioni ultraviolette o il risultato di reazioni dovute alla somministrazione di farmaci.
Per "fotosensibilità" si intende una reattività esagerata a dosi solitamente innocue di radiazioni nel range dell'ultravioletto o del visibile. Lo spettro d'azione di un fotosensibilizzante identifica l'ambito di lunghezza d'onda che determina le reazioni cliniche: per la maggior parte dei farmaci fotosensibilizzanti si trova nel range degli UVA (fra i 320 e i 400 nm).
Leggi anche COME CONSERVARE I FARMACI IN ESTATE
CLASSIFICAZIONE DELLE REAZIONI FOTOSENSIBILI
Fototossicità:
- dose-dipendenti,
- latenza di minuti o ore,
- zone esposte alla luce,
- assorbimento delle luce da parte del farmaco,
- assenza di sintomi dopo sospensione del farmaco,
- scottatture.
Fotoallergia:
- reazione immunologica contro allergeni dopo assorbimento della luce,
- dose-indipendenti,
- latenza 1-3 giorni,
- coinvolgimento aree non fotoesposte,
- reazione immunologica alla formazione di allergeni dopo assorbimento della luce,
- persiste per mesi.
Il termine fotoallergico si riferisce a quando le radiazioni ultraviolette trasformano il farmaco in un antigene che scatena una reazione allergica che si manifesta con l’infiammazione della pelle nelle zone esposte alla luce. E' una reazione immunologica cellulo-mediata (tipo IV) dovuta all’attivazione da parte della luce di sostanze chimiche contenute nei farmaci. L’aspetto è quello delle manifestazioni cutanee tipiche dell’orticaria caratterizzate da arrossamento e desquamazione o da vesciche e macchie. Questo tipo di risposta si può verificare anche dopo aver terminato l’assunzione del farmaco e si può trovare anche in zone non esposte al sole. La risposta è ritardata (dopo 24-72 ore). Il quadro clinico comprende una dermatite eczematosa.
Le reazioni fototossiche sono causate dal danno cellulare dovuto ad un medicinale. Risposta non immune, la luce reagendo con alcune componenti dei farmaci produce delle sostanze chimiche tossiche per le membrane cellulari e il DNA. Si manifesta nelle zone esposte al sole ed è di tipo dose-dipendente. Il quadro clinico varia da lievi bruciature a ustioni più estese e potrebbe anche aversi iperpigmentazione. La radiazione ultravioletta (UVA) è comunemente associata alla fototossicità ma anche i raggi UVB e la luce visibile possono dare questo tipo di risposta. Il rash cutaneo è limitato alla zona colpita dalle radiazioni e la reazione si risolve spontaneamente una volta interrotta l’assunzione del farmaco.
Le manifestazioni cutanee che si verificano a seguito anche di lievi esposizioni solari sono dette “fotodermatosi” che si suddividono in:
- Fotodermatosi idiopatiche: eruzione polimorfa alla luce, dermatite attinica cronica, orticaria solare e prurigo attinica;
- Fotodermatosi genetiche: porfirie cutanee, sindrome di Bloom e lupus eritematoso sistemico;
- Fotodermatosi metaboliche: porfirie e pellagra;
- Fotodermatosi esogene: fotosensibilità indotta da farmaci e fitofotodermatosi.
Elenco dei principali farmaci responsabili di reazioni di fotosensibilità
- contraccettivi orali (es. etinilestradiolo + gestodene, etinilestradiolo + desogestrel) reazione fotoallergica,
- farmaci cardiovascolari (es. diltiazem, amiodarone) reazione fototossica,
- neurolettici (es. imipramina, fenotiazine) reazione fototossica,
- antifungini (es. voriconazolo, ketoconazolo, itraconazolo, griseofulvina) reazione fototossica e fotoallergica,
- ipoglicemizzanti orali (es. sulfoniluree) reazione fotoallergica e fototossica,
- retinoidi (es. isotretinoina) reazione fototossica,
- antibiotici (es. sulfamidici e tetracicline) reazione fotossica,
- derivati del catrame di carbone e psoraleni, usati per via topica per la psoriasi
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) reazione fotoallergica e fototossica,
- diuretici (es. furosemide), reazione fototossica.
Il caso del Ketoprofene
L’Agenzia italiana del Farmaco mette nel proprio portale a disposizione dei cittadini e degli operatori sanitari le informazioni riguardanti il Ketoprofene, farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) indicato nel trattamento degli stati dolorosi e infiammatori di natura reumatica o traumatica delle articolazioni.
Si è visto che dopo l’esposizione al sole si possono avere reazioni di ipersensibilità cutanea e di fotosensibilizzazione sia limitatamente alle zone esposte che a diverse parti del corpo. La durata della reazione dopo sospensione del farmaco può variare da alcuni giorni a qualche settimana. Occorre dunque evitare l’esposizione al sole fino a due settimane dopo l’interruzione.
Raccomandazioni
Qualora si verifichi una reazione di fotosensibilità indotta da farmaco occorre sospenderlo ed evitare l’esposizione alla luce solare. In caso di risposta severa si può ricorrere all’uso di un cortiscosteroide sia a livello topico che sistemico.

LE PRINCIPALI MISURE DA ADOTTARE DOPO ASSUNZIONE DI UN FARMACO
- limitare l’esposizione alla luce solare più intensa nelle ore comprese tra le 10 e le 14 del pomeriggio,
- utilizzare protezioni solari ad ampio spettro, contenenti ossido di zinco o ossido di titanio capaci di filtrare i raggi UVA (*)
- indossare occhiali da sole con filtri UVA e indumenti protettivi come magliette a maniche lunghe ed un cappello,
- lavarsi accuratamente le mani dopo ogni applicazione,
- assumere il farmaco nelle ore serali se le caratteristiche farmacocinetiche lo permettono (in caso di ketoprofene topico non usarlo con bendaggio occlusivo).
(*) I protettivi solari in commercio offrono una protezione di almeno 1/3 del fattore di protezione dichiarato. I benzofenoni (es. ossibenzome e il mexenone) sono agenti schermanti efficaci ma tale efficacia si riduce in casi di eccessiva sudorazione in quanto idrosolubili dunque occorre ripeterne l’applicazione. Il PABA (acido para-amino benzoico) contiene una parte sulfonamidica simile a quella delle tiazidi, delle sulfaniluree e della furosemide che può indurre una reazione di questo tipo. I protettivi efficaci contendono ossido di zinco e biossido di titanio.
LA FARMACOVIGILANZA
“La farmacovigilanza è l’insieme delle attività finalizzate all'identificazione, valutazione, comprensione e prevenzione degli effetti avversi o di qualsiasi altro problema correlato all'uso dei medicinali, al fine di assicurare un rapporto beneficio/rischio favorevole per la popolazione” (def. AIFA).
Negli ultimi anni si è riscontrato un aumento della segnalazione delle reazioni avverse da farmaco. Una delle più frequenti ADR è rappresentata dalla categoria di farmaci che inducono “Reazioni di fotosensibilità”. Si esorta dunque ogni operatore sanitario/cittadino a segnalare qualunque sospetta reazione avversa compilando le schede suddivise per categoria di segnalatore nel portale di VigiBase.
DECRETO LEGISLATIVO 30 APRILE 2015 Procedure operative e soluzioni tecniche per un'efficace azione di farmacovigilanza adottate ai sensi del comma 344 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge di stabilità 2013).
Comma 2. I medici e gli altri operatori sanitari sono tenuti a segnalare tempestivamente, e comunque entro due giorni, le sospette reazioni avverse da medicinali di cui vengono a conoscenza nell'ambito della propria attività, in modo completo e secondo le modalità individuate nel modello di segnalazione avversa predisposto dall'AIFA.
Comma 3. I medici e gli altri operatori sanitari, nell'ambito della propria attività, sono tenuti a segnalare, non oltre le 36 ore, le sospette reazioni avverse di medicinali di origine biologica, in modo completo e secondo le modalità individuate nel modello di segnalazione avversa predisposto dalla Agenzia italiana del farmaco.